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Quali novità per lo​ smart-working?

Lo Smart-Working durante l'Emergenza COVID19: Un Argine contro i Contagi e l'Impatto sull'Economia

Abbiamo conosciuto – in modo diffuso - questo ‘modo di lavorare’ in occasione dell’epidemia di COVID19 che colpì il Mondo non risparmiando certamente l’Italia, anzi. Il Governo di allora ‘propose’ di attuare lo ‘smart-working’(lavoro-da-casa) al fine di mettere un argine ai contagi ed anche per non far collassare paurosamente l’economia.

L'Effettiva Efficacia e l'Importanza dell'Efficienza delle Norme Introdotte durante l'Emergenza COVID19

Si è discusso molto in questi mesi  non tanto sull’efficacia delle norme introdotte, quanto sull’efficienza che si è ottenuta. La discussione può allargarsi a dismisura perché il partito dei ‘favorevoli ‘ o ‘contrari’ può invocare molti argomenti sui quali val sempre la pena ragionare; su questo faremo un brevissimo cenno successivamente. Ora, invece, dobbiamo osservare che – come sempre -  l’esperienza è maestra di vita e pertanto ciò che è stato fatto a causa del COVID19 può essere messo al servizio in altre situazioni.      

L'Emergenza Climatica e la Necessità di un "Smart-Working" Regolamentato per Salvaguardare la Produttività e la Salute dei Lavoratori

Nel mondo del lavoro l’emergenza climatica  può essere affrontata grazie ad una riedizione dello “smart-working”.  Quando il Clima si manifesta con estrema durezza (caldo torrido o freddo insopportabile) il lavoro e la sua produttività non possono  essere messi a rischio. Questo concetto è quasi intuitivo, ma il Presidente della Confindustria ha voluto autorevolmente ribadire la necessità di un accordo fra le parti sociali: Imprenditori e Sindacatiaffinchè i rischi legati ai cambiamenti climatici possano essere meglio governati . Fortunatamente sembra che – in via di principio – si sia tutti d’accordo su questo punto, ma per rendere concreta questa ‘alleanza’ sarà necessaria una regolamentazione chiara ovvero un Decreto delGoverno che fissi le linee-guida.   

Sindacati e Ministero del Lavoro: Urgenza di Potenziare gli Strumenti per un Futuro Organizzativo Resiliente durante le Emergenze

I Sindacati premono vista l’urgenza ed allora, poiché i tempi stringono, la Ministra del Lavoro ha assicurato che si disporrà affinché si intervenga con urgenza per potenziare gli strumenti già in essere. In attesa che ciò avvenga,  è importante rileggere le procedure semplificate che furono adottate al tempo dell’epidemia (COVID) ma anche ripensare a nuovi modelli organizzativi che siano compatibili con un tipo di emergenza diversa da quella del contagio.  

E nel caso in cui lo’ smart-woring’ non sia applicabile?

Vi sono casi nei quali il lavoro non può essere fatto se non “in presenza” (ovvero debba essere svolto assolutamente nel luogo in cui la prestazione viene richiesta; ad esempio: asfaltazione  dei manti stradali). Allora il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (c.i.g.) risulta possibile avendo riguardo alle condizioni climatiche esterne, ovvero 35gradi (quando si lavora, appunto, sotto l’esposizione solare).   

Riguardo a questa situazione specifica l’INPS ha recentemente sottolineato che sidovrà tenere conto delle situazioni oggettive esterne (ad esempio: temperatura anche inferiore ai 35gradi ma con alta umidità) affinchè si possa valutare la richiesta di accesso alla c.i.g..

INAIL: Monitoraggio delle Temperature per la Salute dei Lavoratori con una Scala Cromatica di Rischio

Anche l’INAIL si sente parte attiva nella questione e pertanto allo scopo di salvaguardare la salute dei lavoratori, sta lavorando su un’applicazione che permetterà di monitorare costantemente le temperature (previsioni temporali di almeno tre giorni). La creazione di una scala cromatica che misuri il rischio per i lavoratori  sarà il risultato finale. Gli ormai familiari colori utilizzati nelle previsioni metereologiche: verde (nessun rischio) fino al rosso (alto rischio) passando per il giallo e l’arancione, diventeranno familiari anche e soprattutto ai lavoratori ed ai datori di lavoro.  

Il ricorso alla c.i.g. è l’unica soluzione?

Le organizzazioni sindacali, comunque, manifestano però alcune perplessità (che potrebbero essere condivise anche dai datori di lavoro) in quanto il ricorso alla C.I.G. paralizza – di fatto – la produttività di alcune attività, mentre sarebbe auspicabile aumentala. Per fare ciò, una soluzione ragionevole sarebbe quella di rimodulare la distribuzione temporale del lavoro. Orari che prevedano una sospensione durante il picco di esposizione solare per poi riprendere nelle ore più fresche.

Ma anche questa soluzione dovrebbe prevedere una diversa organizzazione complessiva delle attività svolte (ad esempio: come gestire una ‘pausa pranzo’ di 4 ore, anziché di 1 ora!?). In Germania alcune categorie di lavoratori hanno già avvertito questa necessità (dovuta al cambiamento del Clima) e le organizzazioni sindacali si stanno muovendo per ottenere un orario-di-lavoro più ………. flessibile.