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Il Governo aveva fissato una ipotesi di appuntamento con le proprie controparti sia politiche che sociali per dare una risposta circa il “salario minimo”.
Sull’argomento, molto discusso, il Governo ha deciso di non considerare questo punto di primaria importanza rispetto ad altri temi economici e sociali che saranno affrontati, per il momento, con il “disegno di Legge-di-bilancio” che con una ‘manovra’ che vale complessivamente circa 24.0 miliardi di euro dovrà affrontare – fra l’altro – il tema delle Pensioni.
Si dice che ormai sulla base dei vincoli di bilancio e delle previsioni certamente non incoraggianti per l’anno 2024, il Governo abbia deciso di non poter procedere con quella “grande riforma delle pensioni” che fu promessa a suo tempo. Si è voluto tuttavia evitare il ritorno al c.d. Modello Fornero che avrebbe dovuto essere ripristinato fin dal 1.Gennaio.2023.
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“non si potrà più utilizzare la.c.d. ‘Quota 103’ ovvero avere un’età anagrafica di 62 anni ed un periodo contributivo di 41 anni. L’Opzione Donna e l’Ape sociale saranno modificate a fronte di “forme di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro”. In sostanza, resta invariata la base di versamenti contributivi di almeno 41 anni ma viene alzata la soglia di età quale requisito minimo. A fronte di questo, però, ci sarà un incentivo a restare nel lavoro attivo ed una penalizzazione per chi, invece, sceglierà di andare in pensione.
Ma vediamo in particolare quanto ipotizzato per il 2024 riguardante l’Ape sociale
Questo ‘schema’, ormai collaudato da lungo tempo, viene applicato riconoscendo la possibilità di andare in pensione al raggiungimento del 63° anno di età e con un’anzianità contributiva di 30 anni. Come previsto anche in precedenza, vi sono dei paletti da rispettare quali:
La misura contenuta nella citata “manovra” troverà applicazione attraverso la creazione di un Fondo Unico perla flessibilità in uscita. Ciò vuol dire che l’indennità verrà gestita dall’INPS superando il sistema precedente.
Per quel che riguarda, invece, l’Opzione Donna, il 2024 vedrà una drastica revisione rispetto a quanto fu previsto per il 2023 con la relativa Legge di Bilancio. Si ipotizza l’introduzione di una c.d. Quota 84 (donna) che, se approvata, modificherà sostanzialmente i parametri fissati dalla ‘vecchia’ Opzione Donna che prevedeva:
Il computo della pensione verrebbe comunque fatto applicando esclusivamente il metodo-contributivo. Come si può ben notare, quest’ultima area di intervento è così profondamente diversa che è facile immaginare a quali ulteriori modificazioni potrebbe essere assoggettata. Vista la portata del problema c’è chi infatti ipotizza ci possa essere un ritorno alla “vecchia” Opzione Donna. Per vedere, però, quali saranno le effettive modifiche al sistema pensionistico cui abbiamo fatto cenno dobbiamo solo attendere il completamento dell’iter parlamentare cui sarà sottoposta la “manovra”.
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