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In occasione di una delle innumerevoli tragedie minerarie (miniera di San Josè, nel 2010) trentatré minatori rimasero bloccati per giorni e giorni ed infine salvati. L’immagine più viva e drammatica, che fu riportata dai media, fu che i sopravvissuti nutrirono la speranza di salvezza dal fatto che sentivano i rumori e le voci dei soccorritori avvicinarsi. Senza questa speranza non ce l’avrebbero fatta.Ebbene, la citazione non è superflua o eccessiva, infatti, molti, moltissimi italiani sono rimasti intrappolati nel "tunnel del mutui a tasso variabile".
In questa situazione di manifesta emergenza, dopo un lungo silenzio ufficiale, si sono sentite delle voci che autorevolmente hanno riconosciuto l'indispensabilità ed urgenza di andare incontro alle esigenze di tutti coloro che hanno contratto dei mutui le cui rate sono lievitate in modo insostenibile.
La platea degli interessati è molto vasta anche se il Presidente dell'ABI (Associazione Bancaria Italiana) ha affermato che appena un terzo dei mutui contratti dalle famiglie italiane è quello a tasso variabile e "solo" costoro stanno subendo le forti conseguenze dell'aumento dei tassi.
Aggiunge inoltre che se pensiamo che per tutti coloro che sono prossimi all'estinzione del mutuo contratto anni, addietro l'impatto dell'incremento è più sopportabile perché sarà di breve durata nel tempo... allora il problema sussiste "solo" per coloro che hanno contratto in tempi recenti un mutuo di importo significativo!
La voce (Antonio Patuelli, Presidente ABI) che fa ben sperare afferma quindi che le Banche italiane manifestano la loro disponibilità a concedere un allungamento della durata dei mutui variabili al fine di "congelare" l'ammontare della rata per tutti coloro che sono in regola con i pagamenti.
Si è chiesto inoltre un allentamento delle rigide regole imposte dall'EBA (Autorità Bancaria Europea) che impongono alle banche una forte rigidità nei confronti di coloro che sono in ritardo con i pagamenti delle rate dei mutui.
Ottimo punto. Ma quanto siamo lontani dall'effettiva sensibilizzazione delle banche rispetto a questa categorie di debitori in sofferenza?
Un'altra voce autorevole che giunge appropriatamente in soccorso è quella del Vicepremier e Ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini, il quale ha affermato - nel corso di una intervista - che sta lavorando, d'intesa con il ministero dell'Economia, di allungare le rate di chi ha un mutuo a tasso variabile.In questo caso l'importo della rata rimane invariato, ma la durata del mutuo sarà, ad esempio, anziché di vent'anni, di venticinque anni.
Quindi sembra che le voci dei soccorritori siano autorevoli e vicine. Ma procediamo anche con altri ragionamenti.Due sono i modi per poter affrontare - ad oggi - la situazione:
Proporre di pagare per un periodo di tempo ben determinato le rate di mutuo con riferimento alla sola 'parte interessi'. Alla fine del periodo convenuto, riprendere il rimborso del mutuo con un ricalcolo capitale+interesse.
Chiedere e concordare con la banca il prolungamento temporale del mutuo. Concludiamo dicendo che, fatta salva la disponibilità della banca e l'esigenza del singolo richiedente, l'opzione di cui al punto uno appare meno conveniente. Mentre quella di cui al punto due (già caldeggiata dal Governo alle Banche) appare la più conveniente ed ottenibile.
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E' importante ricordare che la Legge di Bilancio 2023 (Legge 29.Dicembre.2022, nr. 197) stabilisce che su richiesta del Cliente (che sia in regola con i pagamenti) la Banca alla quale si fa richiesta è tenuta a trasformare il tasso variabile applicato al mutuo in corso, in tasso fisso (aggiungendo all' Eurirs pari alla durata residua del mutuo, lo spread già applicato). Ovviamente sta infine al Cliente decidere circa l'opportunità della scelta e soprattutto l'iniziativa dovrà essere presa dal lui. a tasso fisso
Dobbiamo sapere che l'Inflazione è il nostro nemico attuale. Il diffuso aumento dei prezzi dei beni (generi alimentari, energia, etc.) e dei servizi ha progressivamente ridotto il valore della moneta (euro) nel corso degli ultimi 36 mesi; infatti, solo per meglio comprendere la straordinarietà degli eventi, riportiamo che: la media dell'Inflazione nell'anno 2021 fu dell'1,9%; la media registrata nel 2022 fu dell'8,1% (toccando anche la punta del 9,2%); quella registrata nei primi mesi del 2023, dell'8,5%.
Poiché il fenomeno non è stato solo italiano, ma mondiale (gli Stati Uniti ed il Regno Unito hanno registrato dei record), è stato necessario l'intervento della Federal Reserve (per gli USA) e della Banca Centrale Europea (per l'Europa).
E' noto che un'Inflazione alta è un male per l'Economia. E per meglio comprendere il fenomeno spesso si è fatto riferimento al corpoumano che può improvvisamente o progressivamente registrare un aumento della pressione arteriosa. Se non si ricorre prontamente ad una cura, il paziente può avere un infarto. Il medico dovrà prescrivere una cura, talvolta drastica. L'esempio non è banale. Se la domanda di beni e servizi supera l'offerta, i prezzi salgono e ci si avviluppa in una spirale pericolosa fino al rischio di recessione. Allora, l'aumento dei tassi di interesse, limitando la disponibilità di denaro, dovrebbe limitare (riequilibrare) i consumi realizzando in concreto la correlazione con il tasso di inflazione che dovrebbe scendere.
L'aumento del costo del denaro dovrebbe portare i cittadini ad indebitarsi meno, a consumare meno, ad aumentare la propria propensione al risparmio. Ma la formula così semplicisticamente riassunta è straordinariamente complessa e di difficile equilibrio. Un fatto è certo, la BCE ha da molto tempo fissato come obiettivo un tasso di inflazione pari al 2% (vediamo quanto ne siamo ancora lontani!) e pertanto a breve continuerà ad aumentare i tassi.
Questa previsione potrebbe però avere l'effetto (forse marginale) di spingere ad indebitarsi oggi prima che i tassi aumentino ulteriormente.
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