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Durante lo svolgimento della propria vita lavorativa ognuno di noi sa che, anno dopo anno, pone un ‘mattoncino’ che gli consentirà – ad ogni fine rapporto – di raccogliere i frutti del suo lavoro. Se ad esempio il periodo lavorativo di un soggetto sia stato lungo e l’anzianità maturata dal sia consistente, i ‘mattoncini’ che annualmente si sono accumulati ora costituiscono un “tesoretto”, talvolta consistente. Questa liquidità immediata cui il lavoratore ha diritto gli consentirà di affrontare meglio il suo futuro. L’Azienda è obbligata annualmente ad accantonare nel proprio bilancio una sorta di ‘mensilità aggiuntiva’ e gli importi maturati ed accantonati rappresentano un debito verso i lavoratori.
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A questo proposito mi fa piacere ricordare le parole del mio Professore che durante le sue docenze parlando a noi studenti affermava: “i padroni delle Aziende sono i lavoratori; immaginate, infatti, che se in una Grande Azienda accadesse che tutti i lavoratori chiedessero contemporaneamente la liquidazione del loro TFR (a suo tempo veniva definito Fondo Liquidazione Dipendenti) , l’Azienda potrebbe soffrire di una crisi di liquidità pressoché insostenibile”. L’affermazione NON aveva alcun riferimento politico ma voleva solo sottolineare l’importanza sia per i lavoratori che per le Aziende di questo straordinario elemento del costo-del-lavoro.
Esiste una differenza che identifica diversamente il TFS; ovvero il trattamento di fine lavoro per i dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato fino al 31.Dicembre.2000, dal TFR; ovvero lo stesso trattamento di fine lavoro riconosciuto ai dipendenti pubblici assunti dal 1° Gennaio 2001 in avanti.La differenza non è solo terminologica, ma anche il calcolo che si applica per la determinazione dell’importo è profondamente diverso.
La ItalCredi SpA Gruppo Cassa di risparmio di Ravenna ha aderito alla convenzione INPS fino ad un importo massimi di 45.000,00 euro.
Infatti, semplicisticamente possiamo simulare il calcolo del TFR di un dipendente pubblico prendendo la sua retribuzione lorda (che include la 13° e talvolta la 14° mensilità), la si divide con il coefficiente del 13,50% ed al risultato ottenuto si sottrae il carico contributivo INPS. A seconda del momento in cui si effettua questo esercizio, il totale dovrà essere anche assoggettato alla rivalutazione ISTAT anno per anno.
Il calcolo del TFS segue un diverso ‘principio’ in quanto – simulando il calcolo – si dovrà prendere in considerazione l’ultima retribuzione percepita dal dipendente pubblico, se ne calcola un dodicesimo e lo si moltiplica per l’80%. Il totale conseguito sarà moltiplicato per ogni anno di servizio.
La logica seguita per il calcoli così semplicisticamente indicati, porta alla conclusione che il TFS sia più conveniente rispetto al TFR. Ma ciò è ineluttabile visto il netto taglio temporale di applicazione (prima e dopo il 2001) cui abbiamo fatto cenno prima. D’altra parte, la considerazione è che anche i lavoratori del il settore privato con l’applicazione delle norme introdotte dalla Legge Monti-Fornero hanno subito una consistente variazione (diminutiva).
E’ importante segnalare che per quel che riguarda il settore privato, il TFR ha una sua unitarietà, ovvero l’applicazione dell’istituto è unica, mentre per il TFSo TFR del settore pubblico vi sono infatti alcune ‘variazioni/opportunità’ che dipendono dalla Amministrazione presso la quale il soggetto ha prestato servizio.
Da questo dedalo intricato di norme e regolamenti (che non abbiamo potuto trattare completamente per ragioni di spazio e di tempo, come ad esempio: l’adesione al Fondo Pensione di categoria o territorialee le sue implicazioni, o anche il trattamento fiscale dell’indennità di fine servizio)se ne trae la conclusione che il lavoratore del settore pubblico al termine del suo periodo di servizio può avere seri problemi di liquidità.
Però, per correre in suo supporto, il sistema bancario e finanziario ha posto in essere degli istituti volti a risolvere i problemi di cui sopra, in attesa che i diritti del lavoratore vengano rispettati almeno entro i termini stabili.
Dobbiamo riportare che una differenza sostanziale corre fra la tempistica di liquidazione del TFR del settore privato e quella del settore pubblico, TFS o TFR che sia. Per coloro che debbono percepire il TFS, i tempi di liquidazione sono di 15 mesi (circa) dalla cessazione del rapporto di lavoro laddove detta cessazione sia avvenuta ad esempio: per pensionamento d’ufficio o per accesso alla pensione di vecchiaia.I tempi si allungano fino a 27 mesi se la cessazione del rapporto di lavoro è dovuto ad esempio: a dimissioni volontarie o ad accesso alla pensione anticipata. E’ comunque veramente un lungo tempo di attesa!
Infine, mentre nel settore privato è consentito richiedere ed ottenere un anticipo del TFR maturato, per il settore pubblico le norme che regolano il TFS vietano esplicitamente un qualsivoglia acconto sul diritto maturato.
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