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La bancarotta della Silicon Valley Bank e le conseguenze globali

Prima, la “bolla immobiliare”; ora, la “bolla hi-tech”

Dopo la Pandemia, la Guerra in Ucraina e le crisi energetiche, cosa poteva aspettarsi l’Uomo qualunque che potesse preoccuparlo ulteriormente rendendogli la vita di tutti i giorni meno sostenibile? 
Lo sbarco degli Alieni sulla Terra! Questa sarebbe stata, nel breve, la notizia più attesa.
Ed invece no.

Ecco che l’Economia mondiale viene ‘improvvisamente’ scossa da una notizia sensazionale:

La Silicon Valley Bank (SVB) è fallita!

Sulle prime, il lettore della notizia avrà pensato: “la Banca interessata si trova nella lontanissima California e pertanto gli effetti di questo ‘evento straordinario’ non potranno certamente turbare la mia quotidianità”.

Non è così, perché il fallimento di una banca delle dimensioni di quella di cui scriviamo è stato dichiarato essere “il più grande fallimento bancario di tutti i tempi dopo quella della Lehman Brothers che nel 2008 creò delle conseguenze disastrose sia all’economia degli Stati Uniti che a quelle dell’intero mondo-finanziario” .  

Quindi, il famoso effetto-domino all’interno della nostra economia-globale non può che preoccupare, e molto.

Va detto però inizialmente, che l’interconnessione fra la SVB e le banche europee non appare tale da suscitare immediate preoccupazioni se non che, tanto per non dimenticare l’antico detto che ‘i guai non vengono mai da soli’, proprio in questi giorni è stata pubblicata la notizia che anche in Europa (Svizzera) la banca Credit Suisse‘naviga in cattive’.   

La società di rating Standard & Poor’s​ 

Partendo da quest’ultima notizia (che interessa gli europei più direttamente) possiamo dire che non si tratta certamente di una novità in quanto gli addetti-ai-lavori sapevano già dal 2021 che la Banca di cui sopra aveva riportato una perdita di bilancio di 1.5 milioni di franchi (!) a causa anche degli effetti del fallimento dei Fondi speculativi americani ‘Archegos e Greensill’ (ulteriore esempio di globalità-finanziaria).   

Inoltre, in virtù di un’ulteriore grave perdita per l’anno 2022, la società di rating Standard & Poor’s (S&P, una delle tre più grandi agenzie di rating del mondo) ha tagliato ulteriormente, declassandolo in modo sensibile, il rating (indice di affidabilità e fiducia) del Credit Suisse.  

Il colpo di grazia è poi stato dato da una dichiarazione rilasciata dal Presidente della Banca Nazionale Saudita, Mr. Ammar Al Khudairy, il quale intervistato su più generali punti di natura societaria/statutaria riguardanti il Credit Suisse, affermava che “al momento non si riteneva opportuno effettuare nuove iniezioni di capitale”: (se il maggior azionista sembra avere qualche dubbio sul futuro del proprio investimento).

Tanto è bastato per affossare la quotazione del titolo della banca facendo sì che la BCE abbia chiesto alle banche di tutta Europa di comunicare la loro esposizione verso il Credit Suisse al fine di valutare i rischi del sistema bancario per una eventuale possibilità di un contagio.  

Ovviamente anche il Governo-Meloni ha dichiarato di aver concentrato la proprio ‘massima attenzione ….. sui mercati finanziari”.

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SVB & start-up innovative e del settore hi-tech.

Ma, per concludere, torniamo alla SVB perché cercare di spiegare l’accaduto può far comprendere meglio i rischi che si corrono nel caso di crisi-bancarie di così vaste proporzioni.
La SVB trattava quasi esclusivamente in un settore molto specifico degli investimenti, ovvero quelli indirizzati al settore delle start-up innovative e del settore hi-tech.    
  Le Aziende di questo settore hanno bisogno di liquidità immediata per investire in progetti la cui redditività è a più lungo termine ed ecco che questo principio è risultato per SVB (ed altre banche che operano allo stesso modo) essere la base di una crescente asimmetria fra depositi ed investimenti ovvero un disallineamento fra attività e passività.  

le politiche monetarie della Banca Centrale USA

Negli anni precedenti, le politiche monetarie della Banca Centrale USA sono state molto espansive (ad esempio: interessi a tasso zero)  con lo scopo di favorire, appunto, lo sviluppo di settori innovativi (come quelli prima citati), conseguentemente, il comportamento dei risparmiatori e degli investitori si è comodamente adeguato a questo ‘periodo d’oro’.  

Ma la situazione è rapidamente cambiata perché la FED si è resa conto che l’economia USA stava viaggiando basandosi - ormai da troppo tempo - anche su un tasso d’inflazione altissimo (si è superata la soglia del 10%) e quindi è iniziata una fase di rialzo dei tassi il cui lo scopo è quello di raffreddare la domanda di beni e servizi con la conseguente diminuzione dei prezzi.

In questo quadro generale (contrazione della domanda) il settore specifico del ‘tech’ ha subìto un contraccolpo gravissimo (non a caso i sintomi evidenti erano rappresentati dagli annunci di pesanti licenziamenti di personale da parte di Aziende quali Meta, Twitter, Intel) ed ecco che la vulnerabilità della SVB è subito emersa.   

Il primo ‘errore’ strategico della SVB fu di aver puntato su un solo settore dell’economia, e quindi nel momento in cui quello specifico settore è entrato in sofferenza, i Clienti hanno cominciato a ritirare i propri depositi dalla banca per investirli in altri settori più remunerativi (o comunque meno a rischio).   

E’ noto che il c.d. effetto-gregge è deflagrante in un settore delicato come quello bancario.

L’altro ‘errore’ è stato quello di investire una parte dei depositi dei Clienti in determinati prodotti finanziari e fra essi (in larga misura) nei bond del tesoro americano i cui rendimenti furono ritenuti molto sicuri in quanto la FED (Banca Centrale americana) aveva a lungo sostenuto che la crescente inflazione doveva essere considerata un ‘fenomeno temporaneo’ e pertanto non avrebbe influito sulle scelte di politica monetaria, i tassi non sarebbero aumentati.  

Così non è stato!

Ora prendiamo nota che le il Tesoro americano ha annunciato che - per mezzo di un Fondo Interbancario - è pronto a garantire tutti i correntisti della SVB andando ben oltre la soglia dei 250.000,00 dollari già coperti per legge (ma che rappresentano appena il 3% dei depositi).  

Anche in Italia esiste un Fondo Interbancario a tutela dei correntisti il cui limite è di euro 100.000,00.

Ora leggiamo che la Federal Reserve potrà mettere a disposizione un importo di 25 miliardi  da destinarsi a tutte le banche in difficoltà.
Molto bene! Ma questi sono interventi settoriali (territoriali) i cui effetti potrebbero non vedersi a breve mentre oggi ci troviamo di fronte ad una crisi di fiducia.   
Come si è potuto facilmente capire il ‘caso’ della SVB ha una sua particolarità mentre quello del CreditSuisse sembra essere qualcosa di più specifico riguardante la gestione complessiva della banca.   
Ci stiamo quindi chiedendo in questi giorni: quali altri effetti concreti potremo aspettarci oltre al contraccolpo immediato e violento (al ribasso) delle borse europee?  

Non resta che attendere le decisioni della FED e della BCE.

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