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CAROVITA 

Come ci si può difendere?

Nel nostro ‘vocabolario quotidiano’ vi sono termini che conosciamo ormai da anni ma che non pensavamo di dover usare tanto spesso per poi diventare anche ‘esperti’ di ciò di cui parliamo. In questi mesi siamo riusciti a prendere dimestichezza anche con la parola “inflazione’. Talvolta ci dimentichiamo che questo termine è la sintesi di una serie complessa di fenomeni che sia i giornali che le televisioni cercano di spiegare. Ma è un’impresa difficile. L’unica certezza sta nel fatto che pur non comprendendo nel dettaglio il significato della parola, la nostra percezione di questo fenomeno ci porta ad usare un vecchio termine con il quale abbiamo familiarizzato nel corso dei decenni: il carovita. Gli ultimi eventi accaduti hanno (re)suscitato questo fantasma.

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La Pandemia ha colpito alcuni importanti gangli dell’economia mondiale. Il blocco dei porti per ragioni sanitarie ha impedito il normale flusso dei beni in quell’enorme mercato che è il Mondo (scarsità di componenti elettronici, ad esempio). Il rallentamento delle restrizioni dovute al COVID19 ci aveva fatto illudere che una ripresa economica fosse alle porte (in Europa si stava ancora parlando di una inflazione a livello europeo del 2%, circa). La guerra in Ukrainaha scombinato tutti i piani ed ha innescato una serie di sciagurati eventi i cui effetti economici si stanno abbattendo su di noi: crisi energetica e crisi alimentare. 

Prezzi in aumento? 

Si discute molto su come ci si possa difendere dal progressivo e rapido aumento dei prezzi. La capacità di reazione da parte del cittadino purtroppo non è rapida, anzi, possiamo affermare che si restaabbastanza inerti dinanzi a questo fenomeno.
Evochiamo l’aumento dei salari. Ma sappiamo benissimo che la contrattazione aziendale sia sul piano singolo che su quello nazionale è complessa e complicata e quindi non possiamo attenderci effetti a breve-termine per fronteggiare i disagi giornalieri.  
Ci illudiamo che la rivalutazione della pensione possa darci sollievo, ma sappiamo benissimo che – con i livelli di inflazione odierna – l’apporto di questo beneficio è a dir poco, risibile. Così come avvenne agli inizi della Pandemia, le aspettative del cittadino – quindi - non possono che concentrarsi su aiuti da parte del Governo dal quale ci dobbiamo attendere una capacità ed una rapidità decisionale tale da incidere prontamente sul ‘carovita’. 
Sappiamo bene che data l’importanza dei fenomeni (guerra, crisi energetica, crisi alimentare, etc.) gli interventi del Governo dovranno essere ‘strutturali’ al fine di modificare le ‘piattaforme’ sulle quali vanno ad incidere gli eventi negativi (vedi dipendenza energetica). Ma il cittadino purtroppo non può guardare solo a questi tempi medio-lunghi perché il suo ‘carrello-della-spesa’ va riempito giornalmente (e le bollette vanno pagate mensilmente) mentre la sua capacità d’acquisto è rimasta invariata negli ultimi sei mesi, un anno o forse più.  

Quindi c’è bisogno di interventi diretti a favore di categorie specifiche di cittadini; l’esempio del bonus-una-tantum di euro 200.00 per coloro che si trovano in una fascia bassa di reddito ha un suo valore, ma non può certamente bastare. Dal Governo dobbiamo aspettarci anche la definitività di alcune azioni già deliberate; ad esempio quelle prese per il fronteggiare il caro-energia (l’abbassamento dell’IVA e delle accise sul carburante e l’eliminazione degli oneri-di-sistema dalle bollette, ad esempio).  

 

Fatte queste importanti premesse, dobbiamo però​ ricordare che per far fronte al ‘carovita’ esistono degli strumenti di autodifesa. 

Noi sappiamo che quando il corpo umano viene colpito da un virus, scatta dentro di noi un sistema naturale di risposta ed il nostro corpo reagisce, fin dove la natura lo permette,opponendo resistenza al virus. Ebbene, sembra cinico dirlo, ma in attesa che vengano degli aiuti dall’esterno(politiche economiche e fiscali adeguate)e valorizzando ciò che abbiamo potuto ottenere (bonus), dobbiamo cambiare le nostre abitudini di spesa. In breve, i consumatori debbono cambiare (già lo stanno facendo) i loro atteggiamenti e comportamenti di vita.

Sappiamo che la più importante voce di spesa è rappresentata dai generi alimentari ed infatti le recenti statistiche segnalano che ben oltre il 50% degli Italiani ha già scelto di ‘fare la spesa’ in modo ‘più intelligente’. Colei o colui che fa acquisti al supermercato ha cominciato a scegliere i prodotti a più basso-prezzo-mercato (della categoria di prodotto) oppure quelli che godono dei maggiori sconti o promozioni (ricordiamo, solo per divagare, che negli Stati Uniti esiste una propensione al consumo indirizzata fortemente dai buoni-sconto).  

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Anche i tipi di alimenti stanno subendo delle variazioni nel loro consumo. Ad esempio si sta privilegiando maggiormente l’acquisto di prodotti a lunga conservazione (al fine di evitare gli sprechi) o prodotti in scatola. 
Altra azione di ‘dolorosa’ autodifesa è quella di sospendere o diminuire l’acquisto di generi alimentari superflui. Lo stanno già facendo il 30%, circa, dei consumatori. Queste statistiche si modificheranno certamente con il passar del tempo se non interverranno fatti nuovi. Dobbiamo però ricordare che non esiste una simmetria fra le diverse classi di consumatori. 
L’appartenenza alla fascia media fornisce un ambito di manovra nei consumi più ampia e diversa rispetto a coloro che, appartenendo alla fascia più bassa, hanno già una loro naturale difficoltà di scelta nei consumi di ogni giorno. E poiché sappiamo che l’inflazione, invece, è uguale per tutti, i meno abbienti soffrono maggiormente di questo democratico principio. 

Per quel che riguarda – invece – l’autodifesa nell’ambito degli stili di vita, dobbiamo considerare che lo shock del costo dell’energia impone che ciascuno di noi assuma un atteggiamento di autocontrollo. Una indagine ha portato a rilevare che l’80% dei soggetti intervistati sull’argomento ha ammesso di aver iniziato ad assumere un comportamento consapevole della crisi gestendo in modo più razionale l’uso dell’energia elettrica e governando con maggior attenzione il termostato delle proprie caldaie (singole o condominiali). 
Fortunatamente anche l’uso dell’acqua sembra essere rientrato automaticamente in questo modo di ragionare nel rispetto oltre che dell’ambiente anche dell’economia.   Anche in questo caso dobbiamo segnalare la sostanziale differenza che corre fra diversi ceti sociali. Infatti, sempre fonti statistiche dicono che un quarto degli Italiani ha difficoltà a pagare le proprie bollette energetiche quindi la spinta al risparmio è aggravata dalla già scarsa disponibilità economica. L’elenco delle rinunce alle quali dovremo far ricorso si potrebbe estendere anche ad altri aspetti della vita quotidiana: l’uso dell’auto (incremento del costo dei carburanti); l’affluenza ai luoghi di ristoro, etc. In questi ambiti c’è spazio per una autotutela in difesa dei propri redditi (salari, stipendi, pensioni, etc.). 

E’ dolorosissimo ricordare che anche nell’ambito della salute vi sono delle tendenze che vorremmo non riscontrare: per il 33%, circa, degli Italiani curarsi è diventato un lusso (espressione post-bellica che sembrava dimenticata). Per tutti coloro che fanno statistica si assiste ad una dichiarata rinuncia alle cure dentistiche o oculistiche e persino a quelle specialistiche. E’ un ben triste ambito nel quale parlare di autodifesa contro il carovita sembra un argomento difficile da sostenere.