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E’ noto che la spesa legata alle pensioni ha un peso significativo rispetto al totale della spesa pubblica e questo significa che il Governo deve dedicare molta attenzione e (possibilmente) coerenza ANCHE con i punti contenuti nel Programma Elettorale presentato in occasione delle ultime elezioni politiche.
Tenuto conto della combinazione degli effetti dovuti all’inflazione, all’andamento del Debito Pubblico (e molti altri fattori macro-economici), all’evolversi del mercato del lavoro ma anche dal possibile contributo rappresentato dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e resilienza), il Governo ha varato la Legge di Bilancio 2023 (L. 22.Dicembre.2022, nr.197 – Bilancio di previsione dello Stato) che ha previsto, fra molto l’altro:
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Come detto all’inizio, preoccupa molto l’intero quadro della spesa pensionistica perché fra le tanti variabili socio-economiche, anche lo sviluppo demografico dei prossimi anni svolgerà un ruolo importante. E quindi un’attenzione particolare deve essere rivolta alle azioni che tendono a ‘favorire’ la flessibilità-del-lavoro-in-uscita. Per esprimere meglio il concetto: “si deve garantire ai singoli la possibilità di scegliere il modo più sostenibile per il proprio immediato futuro”.
Per ciò che riguarda l’ammontare dell’assegno previdenziale, cui si ha diritto avendo aderito all’Opzione Donna, bisogna chiarire che esso viene calcolato in base al ‘sistema contributivo’ benchè presenti delle differenze rispetto al ‘sistema contributivo tradizionale’: nel calcolo dell’assegno pensionistico rientrano anche i periodi contributivi maturati (ed accreditati) prima del 1996. In questo caso, chi ha maturato molti anni contributivi prima del 31.12.1995 subirà – nel calcolo - una riduzione del 25-35% (circa).
L’importo della pensione finale, quindi, è calcolato sommando: l’anzianità contributiva maturata fino al 31.Dicembre.1995 e l’anzianità maturata successivamente.
In conclusione, il nodo da sciogliere è quello di conoscere per tempo quale sarà il futuro di Opzione Donna al termine della proroga concessa fino al 2023. L’incontro-scontro fra il Governo, l’opposizione e le parti sociali dovrà definire lo scenario utile per impostare e varare in via definitiva una Nuova Riforma delle Pensioni
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